Il debito sostenibile e la crisi da sovraindebitamento: come uscire dalla spirale negativa
Quello del sovraindebitamento è un tema spinoso, che coinvolge il popolo italiano, ormai, non solo dal punto di vista finanziario ma anche sociale.Grazie al confronto aperto di esimi relatori, esperti di settore, Confconsumatori ha provato a trovare una via che porti a realizzare proposte effettive a beneficio dei consumatori sovraindebitati, che sempre più spesso si rivolgono alle sedi dell’associazione. In particolare, tre sono le proposte scaturite dal panel:
L’abbattimento dei costi
In primo luogo, l’abbattimento dei costi per l’avvio e l’istruzione delle procedure di sovraindebitamento, che rappresentano oggi, nonostante le modifiche normative apportate alla originaria Legge cosiddetta salva suicidi del 2012 dal Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza, una barriera all’accesso per utenti già fragili dal punto di vista patrimoniale.
Abbattimento che può essere realizzato sia spostando in avanti, all’ultimo step della procedura prescelta, il pagamento dei costi della procedura stessa, come pure introducendo l’istituto del gratuito patrocinio, ovvero un istituto di cui già si avvalgono altre categorie di soggetti che accedono alla giustizia (si pensi al lavoratore nel processo del lavoro che ha già molte agevolazioni, piuttosto che il soggetto con un reddito molto basso ecc.)
Tutt’oggi, la normativa che disciplina la composizione della crisi da sovraindebitamento consente al debitore che si trova in sovraindebitamento – cioè la situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina la rilevante difficoltà di adempiere le proprie obbligazioni, ovvero la definitiva incapacità di adempierle regolarmente – consente al soggetto di ottenere l’esdebitazione. È evidente, che il soggetto sovraindebitato ha difficoltà ad accedere alla procedura proprio a causa dei costi da sostenere quali il compenso dell’Occ, come pure quello del professionista (avvocato, commercialista) deputato a seguirlo per comprendere quale procedura scegliere.
Essendo il soggetto una persona con molti debiti – dotato di risorse minime o addirittura nulle – molto spesso rinuncia ad avviare una procedura proprio perché non può sostenerne i costi.
Il legislatore italiano non ha previsto la possibilità di beneficiare dell’istituto del gratuito patrocinio,, che consente alla parte di avvalersi di un avvocato senza spese. Senza dubbio, la possibilità di poter accedere al gratuito patrocinio anche ai soggetti sovraindebitati consentirebbe un maggior numero di domande per accedere alla procedura di sovraindebitamento e sarebbe in linea con la ratio della Legge esistente in materia, che ha lo scopo di dare un’ulteriore possibilità al debitore per potere rientrare nel circolo socioeconomico.
Istituzione del debt advice
In secondo luogo, l’attuazione rapida e immediata della Direttiva sul credito al consumo (Direttiva UE 2023/2225 del Parlamento europeo e del Consiglio, pubblicata nella GUCE del 30.10.23) nella parte in cui impone agli Stati membri di istituire i centri di consulenza per il debito – debt advice – che potrebbero essere individuati proprio nelle associazioni di consumatori in Italia. Anche Banca d’Italia ha sollecitato l’introduzione di questo istituto e ha suggerito, già da tempo, che il servizio di debt advice potrebbe essere prestato dalle associazioni di consumatori riconosciute a livello nazionale e iscritte nell’apposito elenco tenuto dal ministero delle Imprese e del made in Italy (ex ministero dello Sviluppo economico), sulla falsariga dell’esempio francese e portoghese, che puntano su un modello di debt advice affidato al no profit. Tali associazioni, infatti, sono dotate di una buona rappresentatività e di una rete dislocata nel territorio e dispongono già di talune competenze adeguate. In tal senso, tra l’altro, stanno andando i recenti progetti avviati da Confconsumatori.
Maggiore educazione dei consumatori, e informazioni chiare
In terzo luogo, l’articolo 34 della già citata Direttiva UE 2023/2225 del Parlamento europeo e del Consiglio statuisce chiaramente la necessità di promuovere misure atte a favorire l’educazione dei consumatori in merito a un indebitamento e a una gestione del debito responsabili, in particolare per quanto riguarda i contratti di credito. Per orientare i consumatori, in particolare quelli che sottoscrivono un credito al consumo per la prima volta, specialmente per mezzo di strumenti digitali, sono fornite informazioni chiare e generali sulla procedura per la concessione del credito. Nell’elaborare e promuovere tali misure, gli Stati membri consultano i pertinenti portatori di interessi, comprese le organizzazioni di consumatori. La Direttiva riferita prevede l’adozione, entro il 20.11.25, delle disposizioni legislative e regolamentari necessarie per adeguarsi alla nuova normativa. Attraverso il presidente nazionale Marco Festelli, Confconsumatori chiede che l’Italia, in maniera responsabile, visto l’allarme sociale creato dal fenomeno del sovraindebitamento, si adegui nel corso del 2024 senza ulteriormente tardare.