06
Apr
Nuove etichette energetiche e diritto per i consumatori alla riparazione dei beni acquistati
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Le nuove norme sull’etichetta energetica per frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie e televisori e sulla progettazione ecocompatibile
La transizione da un’economia lineare ad un’economia circolare
Il passaggio da un’economia lineare (“prendi-produci-usa -smaltisci”) ad un’economia circolare è considerato un punto fondamentale nella strategia dell’Unione Europea del Green Deal, per la salvaguardia dell’ambiente, della sanità pubblica e della sicurezza alimentare.
I risultati di uno studio internazionale (condotto nel 2019 dal Global Resources Outlook), riportati dal Parlamento Europeo, hanno posto in luce che l’economia globale utilizza in termini di risorse l’equivalente di quelle disponibili da 1,5 pianeti. Secondo lo stesso studio, se tutti nel mondo consumassero quanto un cittadino dell’Unione europea, sarebbero necessari 3 pianeti. Non solo l’utilizzo delle materie prime, ma anche lo smaltimento dei rifiuti desta serie preoccupazioni. Ogni anno in Europa sono generati 88 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari che hanno un considerevole impatto ambientale, causando il 6% delle emissioni totale di gas a effetto serra in Europa. Secondo le stime all’Agenzia Europea dell’Ambiente, il 30% degli indumenti presenti nei guardaroba degli europei non sono stati utilizzati per almeno un anno e quando buttati non sono stati riciclati, ma inviati agli inceneritori e alle discariche.
È fonte di preoccupazione il rapido aumento del commercio elettronico, incentivato dalle politiche aziendali della “obsolescenza programmata” dei prodotti, che mentre favoriscono i profitti delle aziende per la vendita continua di nuovi modelli elettronici, provocano l’aumento esponenziale di rifiuti dannosi per la salute, di plastica e di materiali da imballaggio. Secondo il report delle Nazioni Unite (Global E-waste monitor 2020) gli europei producono 53,6 milioni di tonnellate (Mt) di rifiuti elettronici che potrebbero diventare 74 tonnellate entro il 2030.
In questo scenario, non sembra più differibile l’adozione di un nuovo modello di utilizzo sostenibile che miri a risparmiare sulle materie prime, ma anche ad evitare un’eccesso di produzione e di consumo, con relativo smaltimento di rifiuti e consequenziale aumento di gas ad effetto serra.
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